È veramente difficile poter raccontare a parole le emozioni che i tre giorni di Cumulè hanno potuto regalare a chi è riuscito ad essere presente al primo festival mazarese per la partecipazione. Un evento che nasce dal bisogno crescente di riempire un senso di vuoto che la politica tradizionale ormai da troppo tempo lascia attorno a sè quasi respingendo quelle persone che vivono la consapevolezza che tutto è politica e che la gente “comune” non se ne deve sentire esclusa. E poi l’idea che noi che siamo cresciuti col sogno di una società giusta, solidale, aperta e sostenibile non potevamo arrenderci ad una sinistra spenta e chiusa in se stessa, ferma di fronte a quei filtri e quei cimeli che la rendono immobile e insensibile. Ecco cosa è stato Cumulè: un germoglio verde nel paesaggio tanto arido quanto suggestivo del Giardino dell’Emiro, bene comune colorato dall’anima viva di dibattiti, riflessioni e legami veri tra persone. Non a caso abbiamo voluto affidare alle visioni del compianto Guglielmo Minervini l’apertura del nostro festival “Se vuole vivere, la sinistra deve rigenerare un vocabolario utile per la vita”. È proprio questo il senso dei contenuti dei nostri talk, tutti impregnati da temi che raccontano le grandi contraddizioni di questo tempo caratterizzato da quell’autoritarismo più o meno palpabile che esclude e non include, che cavalca il consenso incutendo paura e angoscia nel presente senza porre minimamente lo sguardo al domani. Una narrazione positiva delle cose fatta da chi mettendosi in gioco concretamente, con fatica e determinazione, prova giorno dopo giorno a cambiare il corso degli eventi, ricordandoci che l’esercizio vero della democrazia passa soprattutto da quanto ognuno di noi sia impegnato a fare la propria parte. A Cumulè si sentivano cuori battere come non si sentivano da tempo e ora è il tempo – questi cuori – di non fermarli più. Esiste a Mazara un microcosmo pronto ad espandersi. Si chiama Partecipazione Politica. Una comunità animata da persone coraggiose che non si sono arrese di fronte alle enormi difficoltà poste dinnanzi al desiderio di fornire uno spazio serio e conviviale per dare qualità alla politica, uno sforzo che in realtà portiamo avanti ormai da diversi anni e che in Cumulè ha voluto aprirsi all’esterno.
La prima edizione è terminata, ma Cumulè tornerà il prossimo anno con lo stesso spirito del suo esordio. Nel frattempo la nostra mula continuerà a volare invisibile su Mazara perchè è nostro dovere civile e morale non chiuderci nelle stanze, non perdere di vista la nostra missione, ricordarci che il potere si ha per distribuirlo soprattutto a chi sta ai margini delle nostre società.
La sintesi delle tre giornate a cura di Primapagina Mazara